Back in the woods

La vita nelle città contemporanee, forgiata dai ritmi del consumismo e dal mito della crescita illimitata, è spesso una corsa al soddisfacimento di desideri in gran parte indotti, a rimetterci siamo tutti noi, la nostra umanità. La ricerca di senso, che ha stimolato gran parte della produzione intellettuale e artistica dei secoli passati, è una voce interiore oramai inascoltata dai più. Lo stile di vita al quale siamo in gran parte costretti non è sostenibile per il nostro pianeta e tradisce il fine primo per il quale le società sono nate, ovvero la tutela e lo sviluppo di ogni persona.

Di fronte a tutto questo sono in molti a prospettare nuovi stili di vita più umani e  rispettosi della natura, ma nell’attesa che nuovi paradigmi si impongano sulla scena socio economica stanno nascendo, in tutto il mondo, Italia compresa, comunità fortemente critiche verso la cultura dominante, dove le persone cercano di ritrovare il senso del tempo, dove la lentezza dei ritmi naturali detta l’alternarsi del lavoro e del riposo, dove c’è lo spazio per fermarsi a cercare sè stessi e vivere con gli altri, in sinergia con la natura.

Queste realtà si chiamano ecovillaggi, sorgono per lo più in posti bucolici, dove sia possibile lavorare la terra e non si faccia troppo sentire il frastuono della città, qui si ritrovano persone in cerca di una vita semplice, spinte certamente da una buona dose di idealismo ma con i piedi saldamente tenuti a terra da famiglie delle quali prendersi cura, campi da coltivare e frutti da raccogliere.

Queste immagini vogliono essere il racconto di un viaggio ancora in corso alla ricerca della speranza che sta dietro scelte di vita così radicali.